Marifil sta per Maria Filippini, moglie di Arduino Filippini ‘senior’.
Insieme hanno fondato il maglificio nel 1950 e sono i nonni degli attuali proprietari.
Imprenditori nell’epoca del rilancio economico italiano, sono riusciti a far crescere l’azienda, da punto di riferimento cittadino, fino ad allargare la produzione al commercio estero, francese in particolare. Una settantina di dipendenti e parecchie macchine da maglieria manuali hanno caratterizzato i primi trentacinque anni di storia del maglificio.
Tricot Harden è il nome dato all’azienda nel 1986, anno in cui gli eredi prendono le redini del maglificio. Il nome è esterofilo per dare un’impronta più “internazionale”, ma non si abbandona la matrice famigliare: Ard + En, Arduino ed Enrico, un’alternanza di nomi che dura tuttora, di padre in figlio…
All’epoca gli attuali proprietari sono poco più che ventenni, ma i loro genitori, Tonia Ugo ed Enrico Filippini, e le loro zie, Tilde Filippini e Rita Badino, sono determinati a rinnovare l’azienda e continuare a mantenere alta la qualità dei manufatti, aggiornandosi e rinnovando il parco macchine.
Da allora sono ancora cambiate le cose, c’è stato un terzo ricambio generazionale, come in una sorta di staffetta con testimone. Il testimone sono i muri di questo edificio che, se potessero parlare, avrebbero tante storie ed aneddoti da raccontare, volti da descrivere, vociare di bambini che giocano con gli scarti di lavorazione, piccole crisi e molte gratificazioni…